Una piccola finestra su Bologna

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sabato 26 dicembre 2015

Tortellino story

Appena dico Bologna, cosa vi viene in mente? 
C'è chi incomincerà a pensare "qual'è quel monumento..", o chi dirà "ma si come si chiama quel cantante famoso..." 
Io appena sento le prime due sillabe BO-LO mi viene già l'acquolina in bocca, e il primo pensiero va ai Tortellini!


Turtléin è così che li chiamano i bolognesi, nome che deriva dal diminutivo di tortello. Da buon gustaio quale sono,  ne ho mangiati in quantità industriale, probabilmente non sempre come vuole la tradizione improvvisando ricette che farebbero venire la pelle d'oca  ai grandi chef.

Ma Oggi posso dire di aver assaggiato quelli originali, presi direttamente dalle sfogline, donne che tirano la sfoglia a mano come da tradizione.
La curiosità  ha incominciato quindi ad insinuarsi come fa sempre, e il desiderio di scoprire  quando, dove e perchè è nato il tortellino, si è fatto forte. 

Quando sarebbe il suo compleanno?

Notizia certa dell'esistenza del Tortellino si ha dal 1570 l'anno in cui un cuoco bolognese, forse quello di Pio V, fece stampare un migliaio di ricette tra cui anche quella del Tortellino. 

Dov'è nato?

Girando su internet di storie e leggende se ne trovano tante, e molte di esse fanno nascere il piatto a Castelfranco Emilia un comune in provincia di Modena,  ma in passato appartenente a Bologna.
La leggenda narra di una locanda, la "Corona", in cui  il proprietario, ospitandouna nobildonna, decise di spiarla dal buco della serratura. L’uomo rimase molto  colpito dal’ombelico  della donna, e volle riprodurlo in un opera culinaria.

Il Tortellino racchiude al suo interno molte altre storie e leggende, scritte o cantate che cercano di spiegarne l'origine, c'è chi inserisce Venere nel ruolo della “musa ispiratrice" del locandiere, chi ne rivendica l'appartenenza  alla città di Modena ecc.

Per evitare che la tradizione vada smartita, la ricetta è stata depositata dalla Dotta Confraternita del Tortellino in collaborazione con L'accademia Italiana della cucina  nel 1974 e prevede:
- per la pasta 
3 uova  
3 etti di farina

- per il ripieno
300gr. di lombo di maiale rosolato al burro
300gr. di prosciutto crudo
300gr. di mortadella, rigorosamente Bolognese
450gr. di Parmiggiano-Reggiano
3 uova
1 noce moscata

- per il brodo
1kg di carne di manzo (doppione)
1/2 gallina ruspante
sedano
carota
cipolla
sale




Non vi resta che provarla ed assaggiarla!
Provare ed assaggiare!

domenica 10 maggio 2015

Tanti Auguri Mamma!

 Un augurio a tutte le mamme, che festeggiano ogni giorno con la felicità dei propri figli.


mercoledì 6 maggio 2015

Una Guida a Bologna



Quando viaggio e mi trovo a visitare una nuova città, oltre a cercare un Mc Donalds mi domando sempre“cosa c’è da vedere?”, quindi vado su google  e le risposte che trovo oltre che fredde risultano anche monotone nella loro descrizione.  Ma chi meglio di una guida turistica può raccontarci le bellezze di quel posto? Ho quindi deciso di intervistare Camilla Calò di www.visitingbologna.it una persona squisita che riesce a trasmettere la propria passione anche attraverso una cornetta telefonica.

Da anni lavori come guida Turistica a Bologna, cosa t'ha spinta ad intraprendere queste mestiere?
Sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali ma ho avuto diverse esperienze anche in altri campi sia in Italia che all’estero e mentre ero in svizzera, ho sentito la mancanza dell’Italia. Faccio la guida turistica ormai da quasi tre anni, ed essere di Bologna credo sia un valore aggiunto per questo tipo di lavoro, alzarsi poi ogni mattina e incontrare persone diverse mi diverte molto. Mi occupo anche di organizzazione di eventi culturali,ma la mia attività principale rimane quella di guida.
 
Se dovessi descrivere Bologna in poche righe …
Bologna è sicuramente una città universitaria, e gran parte della sua economia si basa proprio sugli studenti. Volendo è facile quindi confrontarsi con ragazzi provenienti da tutto il mondo, ma il rapporto dei bolognesi con loro è altalenante, un pó odio e amore.
 
Ogni città ha un luogo simbolo che la rappresenta, qual è quello bolognese?
Di luoghi simbolo ce ne sono diversi ma quello sicuramente più amato dai bolognesi è il santuario di S. Luca. Si trova sul Colle della Guardia ed è amata dai bolognesi perché al rientro da un viaggio, che sia in macchina o in treno, la prima cosa che si vede è questa chiesa, lì allora puoi dire siamo arrivati!
 
Al giorno d’oggi il turista, come nel quotidiano, tende ad essere frenetico, quale itinerario suggeriresti per chi ha poco tempo a disposizione?
Io lo chiamo “Bologna i fondamentali” non puoi venire a Bologna e non vedere Piazza Maggiore, cantata da Lucio Dalla dove c’è la basilica di S. Petronio e la fontana del Nettuno. Poi il palazzo dell’archiginnasio prima sede dell’università di Bologna con all’interno il teatro anatomico, il mercato medievale, e ovviamente le due torri. Infine se si ha ancora un po’ di tempo le sette chiese, che in realtà non sono 7 ma un insiemechiese collegate l’una all’altra in pieno centro, con la sensazione però di essere in campagna.
 
In quale periodo dell’anno consiglierebbe ad un turista di visitare la città?
La stagione migliore sicuramente è Maggio/giungo per quanto riguarda la temperatura, ma durante l’anno ci sono molte iniziative ad esempio legate alla musica come il Bologna Jazz festival che si svolge  a novembre, o all'arte con Artefiera, mostra dedicata all’arte contemporanea nel mese di gennaio.
 
Da Giugno 2011 Matteo Lepore è Assessore al turismo, e all’economia e promozione della città, che consiglio daresti per valorizzare di più Bologna?
È un ‘amministrazione che ha fatto molto per la città, come la pedonalizzazione del centro storico durante il week-end, rendendola più vivibile; un bel consiglio che darei è semplicemente di tipo logistico, legato all’accoglienza dei pullman turistici che trovano difficoltà a fermarsi nelle aree di sosta autorizzate.
 
Raccontaci un episodio curioso capitato durante una visita.
Tra i vari tour che propongo c'è quello enogastronomico dove si va a vedere la produzione dell’aceto balsamico, come si fa il prosciutto di Parma, il parmigiano reggiano.  Recentemente tramite email ho ricevuto una prenotazione per questo tour dove specificavano che il gruppo in visita non mangiava però né maiale nè formaggi... diciamo che fortunatamente l’Emila Romagna ha tanto altro da far vedere ed assaggiare.

Ringrazio ancora una volta Camilla per la sua disponibilità!

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